La ricetta per mettere a tacere il tuo giudice interno

Questa ricetta parte da lontano, dal paleolitico! Si perché è da lì che troviamo le nostre prime paure del giudizio degli altri, che diventano poi paure personali. In passato infatti era più facile sopravvivere in gruppi, per proteggersi a vicenda e procacciarsi il cibo. Se qualcuno però veniva mal giudicato per il proprio modo di lavorare o stare in gruppo veniva emarginato e di conseguenza veniva messa a repentaglio la propria vita.

Negli anni le dinamiche sono profondamente cambiate eppure il bisogno di essere parte di un gruppo e di essere accettati è sempre molto forte tanto da condizionare le nostre stesse decisioni.

La paura del giudizio degli altri può diventare così forte da impedirci di essere noi stessi o comunque ci porta a limitare le nostre scelte per seguire le decisioni altrui, anche se talvolta queste ci fanno stare male.

Quindi è ora di cucinare una bella ricetta per dire STOP! E smetterla di giudicarci negativamente! 

Ingredienti

  • 1 kg di sguardo alla paura
  • 100 g di valutazione personale 
  • 50 g di uscita dal ruolo
  • 1 pizzico di serenità

Strumenti

  • 1 bilancia FUNZIONANTE

Preparazione

Questa ricetta parte con un ingrediente molto difficile da lavorare: la PAURA! Si perché per mettere a tacere il nostro pericoloso giudice interno dobbiamo scoprire quali sono le nostre paure, cosa temiamo, cosa ci preoccupa. Guardare negli occhi i nostri timori permette di… rimpicciolirli o di renderli affrontabili ( se vuoi sapene di più sulla paura leggi l’articolo Cosa faresti se non avessi più paura).

Dopo aver guardato in faccia la tua paura aggiungi 100 grammi di valutazione personale. Si perché la vera domanda che puoi porti è: “chi voglio essere io?”. Comprendendo la mia natura e i miei bisogno posso scoprire cosa voglio e agire senza sentirmi giudicato. Eleonore Roosevelt ha detto: ”niente e nessuno può farti sentire inferiore a meno che tu non glielo consenta” perché la verità è che spesso a questi ipotetici altri non interessa realmente della nostra vita ma siamo NOI a proiettare su di loro il nostro giudice interno.

Per capirci, se sono sempre vissuto in un contesto in cui il lavoro è al primo posto, i miei genitori e tutte le persone che conosco sono dedite al lavoro e chi non lo è viene definito lavativo può essere che io mi convinca che questa è la strada giusta da prendere anche se la penso diversamente. Quindi ogni volta che desidero prendermi del tempo per me mi convinco che tutti mi definiscano un lavativo anche se questa voce è orami diventata parte di me, ed è fondamentale che io riesca ad eliminarla!

Ora aggiungi 50 g di uscita di ruolo ossia datti il permesso di essere te stesso e di non incarnare un ruolo che ti sei dato o ti hanno dato. Prendendo l’esempio di prima, posso essere un buon lavoratore senza dover incarnare il ruolo del LAVORATORE H24, e decidere semplicemente di essere me stesso: un buon lavortore che si prende del tempo per sé! Infine ultimo ingrediente, fondamentale, un pizzico di serenità, chiediti cioè se è davvero così drammatico seguire i tuoi bisogni o se può trasformarsi in un bellissimo regalo! Ricordati che “il 90% delle cose di cui ci preoccupiamo non accade mai!” JEFFERS

Infine per questa ricetta è necessario uno strumento di precisione: una bilancia! A volte pesiamo in modo diverso le nostre opinioni rispetto a quelle degli altri. Mi capita spessissimo che i miei pazienti si giudichino in modo molto peggiore rispetto al modo in cui valutano gli altri! Mi raccomando, devi tatare bene la tua bilancia prima di inziare questa ricetta: il tuo pensiero conta ed è super importante.

Buona appetito e buone scelte!

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